venerdì 28 giugno 2013

Music blogging is fu**ing dead! @MusicTechMeetup


Il Music tech meetup tenutosi giovedì 26 giugno 2013, presso il Mozilla Space (luogo di cui vi ho già parlato mesi fa), in questa occasione ha scelto come tema centrale il Music Blogging. Gli organizzatori Angie Maguire ed Adam Rogers hanno preso la parola alle 18:30, presentandosi al pubblico che si attesta un po' sotto le aspettative, si prevedevano circa 150 partecipanti, ma siamo comunque in tanti, ed Angie introduce i quattro ospiti: Kevin King (Universal), Andreea Magdalina (Mixcloud), Danny Wadeson (The 405), e Paul Bridgewater (The Line Of Best Fit).


A seguito di un primo giro di presentazioni, il primo a prendere la parola è Kevin della Universal, che rompe il ghiaccio con solite frasi di rito circostanziate da banali riempitivi, rendendo palese una concezione di blogging sconosciuta all'interlocutore. E lo si comprende sin da subito quando Andreea interrompendo Danny di 405, chiede al pubblico il numero di blogger presenti in sala: le mani alzate sono all'incirca cinque, compresa la mia, su una settantina di partecipanti.

Andreea pone la domanda non appena dopo che Danny aveva fatto cenno della transformazione dei blog in piattaforme più avanzate, confermando la presunta morte dei blog a scapito della predominante massa di nuovi magazine online. Dal pubblico il primo ad intervenire chiede se questa morte del blogging non sia connessa alle problematiche della musica legata al copyright, nonostante ci sia una massiccia diffusione di musica in free download, facendo l'esempio di Soundcloud. Prima che qualcuno gli risponda gli viene chiesto qual è il nome del suo sito, lui risponde:
Purple Bay (tutti ridono): http://www.thepurplebay.com/ Ma le risposte sono del tutto scadenti ed allo stesso tempo riluttanti nel delineare le cause di un decadimento da parte dell'informazione musicale che ha origine dal basso, non avvezzo ad accordi di nessun genere con distributori di contenuti a pagamento. 

La cosa stupefacente è che i quattro ospiti hanno meno di trent'anni, un segnale importante ma allo stesso tempo deprimente, per il semplice fatto che l'innovazione nel settore musicale londinese rispecchia questa freschezza generazionale, ma il loro atteggiamento è da personaggi ostili a un certo tipo di avanguardia, a detta loro lontana anni luce, sia nelle infrastrutture web, sia nei contenuti con cui loro hanno solitamente a che fare.

Andreea di Mixcloud sembra essere la protagonista della serata dicendo che bisogna capire come la tecnologia stia cambiando il modo degli ascoltatori di scoprire nuova musica.
Una domanda che apre il dibattito essenzialmente sulle principali questioni del periodo che stiamo vivendo, di grandi mutamenti nel settore musicale. Danny controbatte dicendo che in contemporanea è incredibile che ci sia anche un "analog movement" che sta sempre più riaffermandosi. Paul parla invece di Noisey di Vice come una delle più cool, un'ottima vetrina, che rispecchia il cambiamento in quanto esposizione e diffusione di singoli brani in forma di videoclip, figlia della generazione di Mtv. Poi si passa a parlare di generi in voga sul web, in cui Danny risponde trovando quasi tutti d'accordo che qui a Londra sia il Dubstep il genere maggiormente supportato nel web. Per quanto riguarda i magazine, Paul non ha dubbi nel dire che il più seguito sia Pitchfork.
Il dibattito salta di palo in frasca attraverso le domande dal pubblico, Andreea rispondendo a una domanda un po' contorta afferma che il peggior nemico nel settore musicale è l'aspra competizione tra gli stessi operatori... Non è un caso che l'ospite che ha avuto meno da dire sia stato Kevin della Universal, manifestando uno spirito conservatore, con cui di solito le major partecipano ai dibattiti con un'attitudine di questo tipo: "Ciao, noi siamo una major, figo il web ma abbiamo ancora molto da lavorarci su".

Sul finire della discussione ho la netta sensazione che questo meetup sia stato soltanto un pretesto per incontrarsi. Il livello della discussione è stato decisamente basso, non potevo che aspettarmelo. Certo avere alcune conferme da "professionisti" del settore che in sostanza non hanno idea di quanto sia rilevante il buzz generato dal blogging mi sconvolge, ma almeno sono riuscito a dare un volto a questo genere di operatori, d'altronde Londra credo sia la piazza meno adatta per parlare di un argomento così complesso, dunque: Music blogging is fucking dead! YEAH!

Dopo una pausa di mezz'ora si ritorna dopo un paio di birre belli pimpanti ad ascoltare ciò che ha soppiantato il blogging nel web, per l'esattezza la presentazione di due nuove App:


Sul primo avrei moltissimo da dire, ma credo ne farò un post a parte, non appena lo avrò testato per bene. Intanto vi dico soltanto che il mio blog si chiama Yo[U-Turn] (Lo conoscete vero?) non voglio per questo anticiparvi la discussione tra me e lo staff di Urturn. Mentre attendevo di parlare con il CEO di Urturn, mi si avvicina invece il CEO di fametune per chiedermi cosa faccio, mi chiede se sono un developer, poi mi da il suo bigliettino da visita, dice di essere armeno ed ha tutta l'aria di uno che si sente un figo ad essere il responsabile di una nuova startup.


Soltanto per diritto di cronaca seguo forzatamente la presentazione di fametune, una di quelle miriadi di startup che con molta probabilità non sentirete mai parlare in vita vostra. Non per essere stronzi, ma voi come vi sentireste se qualcuno vi stia presentando la sua piattaforma come la più grande rivoluzione nel settore, come quei tipi della Folletto che venivano nelle vostre case a presentarvi quelle maledettissime aspirapolveri verdi?


Come avete potuto intuire il mio primo approccio con il Music Tech Meetup non è stato dei migliori, ma cercherò di seguirlo nei mesi a venire. Probabilmente in questo caso ero troppo legato alla mia ferrea concezione di blogger monotematico di musica di nicchia, ma trovarsi a Londra ed avere l'opportunità di frequentare gente che si da molto da fare per aggregare le varie mentalità è di vitale importanza per la creazione di nuove sinergie tra le diverse tipologie di operatori. Non è affatto facile organizzare eventi di questo tipo, per cui va detto che al di là di queste chiacchiere da pub iniziative di questo tipo sono assolutamente da lodare.

Dimenticavo, il nome dato all'evento è preso in prestito dal documentario sull'ultimo anno di esistenza dei Refused. YO!


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